Una X che scrive il futuro

Schede elettorali per referendum

Il 8 e 9 giugno 2025, le urne si apriranno per un referendum che potrebbe cambiare il volto dell’Italia. Non è solo una questione di politica, leggi o numeri: è una questione di valori, di diritti, di giustizia sociale. 

Cos’è il referendum del 2025?

Il referendum del 2025 propone cinque quesiti abrogativi, cioè chiede agli italiani se vogliono abrogare (cancellare) alcune leggi esistenti. Questi quesiti riguardano due temi principali: il lavoro e la cittadinanza:

1. Lavoro: Si propone di ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che garantisce il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Attualmente, questa protezione riguarda solo i lavoratori assunti prima del 7 marzo 2015. Se il referendum passerà, tutti i lavoratori, indipendentemente dalla data di assunzione, avranno gli stessi diritti. Inoltre, si propone di eliminare il limite massimo di risarcimento per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese e di rendere obbligatoria una causale per tutti i contratti a termine, anche quelli di durata inferiore ai 12 mesi. Infine, si vuole estendere la responsabilità in caso di infortuni sul lavoro anche a committenti, appaltanti e subappaltanti .

2. Cittadinanza: Si propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per richiedere la cittadinanza italiana. Questo cambiamento riguarderebbe tutti gli stranieri maggiorenni, non solo quelli adottati da cittadini italiani. Inoltre, i figli minorenni dei richiedenti acquisirebbero automaticamente la cittadinanza. Questo significa che chi vive in Italia da anni, paga le tasse, conosce la lingua e rispetta le leggi potrebbe finalmente sentirsi davvero parte di questa comunità .

È una questione che riguarda tutti noi, anche se non siamo ancora adulti, anche se non abbiamo ancora un lavoro e una mentalità matura.

Siamo giovani, è vero e spesso ci dicono che “non capiamo”, che “tanto decidono tutto gli altri”, che “il nostro voto non cambia niente”. Eppure, quando ci troveremo davanti a una scheda elettorale, con una penna in mano e una domanda chiara da scegliere, avremo un potere enorme.

Il referendum non è solo una parola che sentiamo al telegiornale o vediamo scritta sui manifesti. È uno strumento che ci dà la possibilità di contare. Di dire la nostra. È democrazia pura. È partecipazione. È responsabilità.

Spesso ci lamentiamo: dei politici, delle leggi ingiuste, delle decisioni che non condividiamo. Ma poi, quando ci viene data l’occasione di partecipare, troppo spesso restiamo a casa. Non perché non ci interessi davvero, ma perché ci sentiamo piccoli in un sistema troppo grande. Eppure, ogni singolo voto è una voce. E le voci, insieme, possono cambiare le cose.

Votare a un referendum significa scegliere attivamente, dire “questa è la direzione che voglio per il mio futuro”. È come lasciare un segno – una X, semplice ma potente – per dire che ci siamo, che pensiamo, che non siamo solo spettatori della storia ma protagonisti.

Non serve essere esperti per votare, serve informarsi, capire, riflettere e poi scegliere. Perché il futuro è nostro, e il modo in cui sarà dipende anche da noi.

Non sottovalutiamo mai il potere che abbiamo. Perché anche una X, se fatta con coscienza, può cambiare il corso delle cose.

Basma Addakiri e Xena Nrejaj 3G

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