La commozione di parole leggere, liberate nell’aria e pronte ad essere registrate. Quel sentimento ignoto che è l’amore, così difficile da definire, diventa oggetto di una discussione profonda, di un dialogo che va oltre le convenzioni. Un colloquio intimo, condotto da un adulto, uno scrittore che con la sua esperienza riesce a rendere tutto più comprensibile, a illuminare i sentieri più oscuri delle emozioni. Quel tipo di amore che spesso è come un enigma, capace di farci tremare, e che attraverso le parole sembra prendere una forma più chiara e tangibile. È un’esperienza che ha il potere di scombussolare le menti e i cuori, di farci sentire vivi. Questo è stato l’incontro del 14 febbraio al bar “AlTredici”, un momento che ha visto il team ForumFra impegnarsi con passione per dar vita a qualcosa di unico, di significativo.
Dalle 15:00 alle 20:00 dello stesso giorno, lo scrittore Gianfranco di Fiore ha dedicato il suo tempo ai ragazzi, coinvolgendoci in un’indagine profonda su cosa sia l’amore, con domande mirate ma dalle implicazioni enormi. Domande che non erano semplici, ma necessarie: “Quali sono i luoghi importanti per noi? Quali cinque parole potrebbero descrivere le persone che amiamo? A chi indirizzare una lettera che si sta lentamente componendo, parola dopo parola, sotto i nostri occhi?”. È stato un esperimento di riflessione e introspezione, un momento di condivisione di emozioni personali che, pur nella loro intimità, sono universalmente comprese.
Il progetto del team ForumFra si è sviluppato in tre fasi distinte ma connesse. La prima fase, svolta la mattina del 14 febbraio, è stata un incontro tra lo scrittore e persone adulte, per esplorare cosa sia per loro l’amore, come lo vivono, come lo interpretano. La seconda parte, che ha visto il coinvolgimento dei ragazzi, ha avuto uno svolgimento simile, ma è stata una riflessione più diretta sulle emozioni giovanili, sulle difficoltà di esprimere sentimenti, su quel bisogno di confrontarsi con qualcuno che possa comprendere senza giudicare. La terza e ultima fase consisterà nella restituzione del progetto, attraverso la documentazione audio e video raccolta durante le prime due fasi. Questo materiale sarà presentato agli studenti della scuola Macondo di Pescara, in un evento che avrà luogo in una data ancora da definirsi.
Il progetto “Lettera per Amore” ha avuto il merito di spingerci, come ragazzi, ad aprirci senza timori, senza pregiudizi, a lasciare che le parole fluissero libere, a essere ascoltati dallo scrittore Gianfranco, che con la sua empatia e sensibilità è riuscito a farci sentire tutti a nostro agio. Le sue parole, profonde e sincere, hanno espresso perfettamente lo spirito del progetto: “È un progetto interessante, ma soprattutto vivo. Ti fa toccare la vita. Spesso i progetti sono cose teoriche e astratte, pieni di cose da dire per forza, ma qui c’è grande umanità che non trovi da altre parti. È difficile anche per uno scrittore affrontare un pubblico che ha da dire cose così sincere e sentite. È un’opportunità sia per chi ascolta che per chi ha delle cose da dire o affrontare”. Le sue parole non sono solo un elogio al progetto, ma una riflessione sulla capacità di mettersi in gioco, di guardarsi dentro e condividere vulnerabilità e speranze.
Un aspetto che è emerso con forza è il fatto che i ragazzi oggi, più di qualsiasi altra generazione, si trovano spesso in una condizione di solitudine. Una solitudine che non è solo fisica, ma anche emotiva e psicologica. Come sottolinea lo stesso Gianfranco di Fiore: “I giovani della vostra generazione sono molto più soli di quella di una volta. Sono molto più impauriti e invischiati con la solitudine. Sono molto più legati all’interiorità ma nel senso negativo: guardano dentro di sé, ma non parlano, stanno dentro la stanza ed escono poco fuori, hanno difficoltà a andare per il mondo con entusiasmo”. Un’affermazione che risuona con forza, che fa riflettere su quanto sia difficile, oggi, per i giovani confrontarsi con il mondo esterno, con la società e con se stessi. La solitudine, spesso, è il prezzo da pagare per cercare di dare un senso ai propri sentimenti, alle proprie emozioni. È in questo contesto che un progetto come “Lettera per Amore” diventa una risorsa fondamentale, un’opportunità unica per esprimere ciò che non si riesce a dire a parole, per scoprire una dimensione nuova di sé.
In particolare, per quanto riguarda il nostro mondo emotivo, ci sono molte difficoltà nel trovare qualcuno con cui parlare sinceramente. Ci sentiamo isolati, spesso incompresi, come se le parole che abbiamo dentro non trovassero mai una via d’uscita. Parlare dei nostri sentimenti, dei nostri sogni, delle nostre paure, può sembrare un’impresa ardua. Questo è il motivo per cui il progetto “Lettera per Amore” ha avuto un’importanza fondamentale: ci ha dato la possibilità di mettere per iscritto ciò che il cuore sentiva, di trasformare quei pensieri confusi e sfuggenti in parole concrete, in una lettera che diventava una testimonianza tangibile di noi stessi. La difficoltà nel pronunciare alcune parole non è mai stata una barriera in questo spazio di ascolto e condivisione. Al contrario, è stato un’opportunità per dare un significato nuovo alle emozioni che a volte sembrano troppo grandi per essere racchiuse in semplici frasi.
Il dialogo, alla fine, si è rivelato essere il cuore pulsante di tutto il progetto. Il dialogo autentico, quello che si costruisce senza distrazioni, senza interferenze esterne, dove ci si guarda negli occhi e si ascolta veramente l’altro. In un mondo che spesso sembra essere troppo veloce, troppo frenetico, il progetto “Lettera per Amore” ci ha ricordato l’importanza di fermarsi, di mettersi in ascolto, di dedicare tempo e attenzione a chi ci sta di fronte. Come sottolineato dai partecipanti, oggi il dialogo vero e proprio rischia di scomparire, sostituito dalla superficialità delle comunicazioni digitali, da conversazioni che non si fanno mai realmente, ma che si limitano a scambi di messaggi veloci e freddi. La bellezza di “Lettera per Amore” è stata quella di restituirci una dimensione più intima e umana del dialogo, quella che manca nelle nostre vite quotidiane, quella che ci permette di entrare veramente in contatto con gli altri, senza filtri.
Il progetto ha dimostrato come, attraverso le parole e l’ascolto reciproco, sia possibile abbattere le barriere della solitudine, della paura e dell’indifferenza. In una società che spesso ci invita a chiuderci in noi stessi, a restare indifferenti, “Lettera per Amore” ha rappresentato un’opportunità di rinascita, di crescita e di apertura al mondo. E se, come affermato dallo stesso Gianfranco di Fiore, “è difficile anche per uno scrittore affrontare un pubblico che ha da dire cose così sincere”, allora è proprio in questa sincerità che risiede la bellezza e la forza del progetto. Un progetto che ci ha ricordato che l’amore, in tutte le sue forme, è qualcosa che va vissuto, sentito, e, soprattutto, condiviso.
Chiara Scopel