In data 6 dicembre 2024, le classi seconde, terze e quarte del nostro liceo hanno avuto la grande opportunità di partecipare ad un incontro con la dott.ssa Angela D’Egidio, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori de l’Aquila, ed ex alunna del nostro istituto.
Nel corso della mattinata ci ha illustrato il significato di devianza e malessere del minore in ambito scolastico ponendo maggiore attenzione sul ruolo della Procura Minorile e le conseguenze di eventuali reati.
Questo lavoro riveste un ruolo cruciale nel sistema giudiziario italiano, dedicato alla tutela dei diritti dei minori e alla gestione di casi che coinvolgono ragazzi nella nostra fascia di età in situazioni di vulnerabilità. Questa figura professionale non solo si occupa di indagini penali, ma collabora anche con diverse istituzioni per garantire la protezione e il benessere dei minori; infatti lavora a stretto contatto con servizi sociali, educatori, forze dell’ordine come per esempio polizia statale o di finanza ed infine psicologi per valutare al meglio le condizioni familiari e sociali dei minori coinvolti nei procedimenti. Questa collaborazione è fondamentale per elaborare piani di intervento adeguati.
Per conseguire questa prestigiosa figura lavorativa, è essenziale dare particolare importanza allo studio sin dagli anni del liceo, così da realizzare per ognuno l’obiettivo tanto atteso.
È importante assicurarsi che i minori siano ascoltati e che le loro opinioni siano considerate nelle decisioni che li riguardano.
Negli ultimi anni, però, la società ha assistito a un cambiamento significativo nei comportamenti e nelle attitudini dei giovani, in particolare riguardo alla pedo-pornografia, all’uso di droghe e al bullismo. Questi fenomeni sono spesso interconnessi tra loro, ed ognuno è caratterizzato da un forte disagio giovanile.
La pedo-pornografia è un tema complesso e delicato per noi giovani, in particolare per i ragazzi, che figurano a primo impatto l’argomento come strupro e violenza sessuale, banalizzandolo e non prendendo l’argomento con serietà. Tuttavia la dott.ssa ci ha elencato alcuni esempi che incidono la maggior parte dei casi recenti: sticker di natura sessuale, diffusione di video e foto non consensuali della persona ritratta e un’ altra grande parentesi ritrae i rapporti non consensuali tra minori in cui molti si sentono spinti ad esplorare la loro sessualità senza avere una piena comprensione delle emozioni coinvolte o delle conseguenze delle loro azioni. Anche l’uso di sostanze stupefacenti tra i ragazzi è un comportamento preoccupante che può essere associato a una forma di irresponsabilità e può tramutarsi in dipendenza. Ricorrono alle droghe come mezzo per sfuggire alla realtà, per sentirsi accettati dai coetanei o per affrontare lo stress e l’ansia legati alla crescita. Questo utilizzo improprio può aggravare un reato e può influenzare la posizione dell’individuo a livello giuridico. Infine parliamo di bullismo, un altro fenomeno che riflette l’infantilità dei ragazzi nel gestire le proprie emozioni e relazioni sociali. Gli atti di bullismo possono derivare da insicurezze personali o dalla necessità di affermare il proprio potere sugli altri. I bulli spesso agiscono in modo aggressivo per mascherare la propria vulnerabilità, mentre le vittime subiscono gravi danni psicologici che possono influenzare il loro sviluppo futuro.
Affrontare questi problemi richiede un approccio integrato che coinvolga famiglie, scuole e comunità.
“Spesso non ci si rende conto di quanto possano essere pericolosi certi comportamenti – ha detto la D’Egidio – dalla semplice foto osè della fidanzatina diffusa tra i compagni, agli insulti reiterati anche sui social per qualsiasi ragione. Costituiscono reati veri e propri che noi magistrati siamo chiamati a perseguire, consapevoli del dramma che ogni procedimento va a creare in ambito soprattutto famigliare. I ragazzi devono imparare a fare un uso più consapevole dei mezzi a loro disposizione”.
Un altro tema discusso durante l’emozionante mattinata è stato quello della legittima difesa, grazie alle domande affrontate dai nostri compagni. La legittima difesa è una delle cause di esclusione del reato previste dall’ordinamento italiano e trova la sua disciplina all’art. 52 c.p. per il quale non può essere punito chi ha agito perché costretto dalla necessità di difendere sé o altri da un pericolo attuale o da un’offesa ingiusta, purchè la difesa sia proporzionata all’offesa; come nell’esempio fatto oggi in cui un ragazzo si è trovato coinvolto in un violento alterco mentre si trovava da solo. Aggredito da un individuo che tentava di colpirlo con un pugno, la vittima ha reagito per legittima difesa, facendo cadere l’aggressore. Sfortunatamente, quest’ultimo ha battuto violentemente la testa contro una roccia perdendo conoscenza, cadendo in coma. È quindi consigliato restare fuori da eventuali risse o litigi prima che possano degenerare.
Siamo grate di aver partecipato a questo incontro e speriamo che abbia diffuso l’importanza nel comprendere questi disagi lasciando un segno tangibile in ognuno di noi.
Sara Lupinetti e Vittoria di Giovanni 2B





