Qualche giorno fa mi è stato comunicato che la scuola avesse deciso di candidarmi per il premio Alfieri del Lavoro, un riconoscimento assegnato ogni anno a 25 studenti eccellenti di tutta Italia. Sebbene al momento io sia solo una tra gli innumerevoli candidati, è stato un momento inaspettato ed emozionante che mi ha suscitato molte riflessioni che vanno ben oltre la semplice gratificazione. Pertanto mi sono chiesta: qual è il vero valore di un simile riconoscimento? È davvero la conferma che l’impegno e la dedizione vengono sempre premiati, o è solo un titolo che, in fondo, non definisce davvero il percorso di uno studente?
Riflettendo su questa candidatura, mi sono resa conto di quanto spesso si tenda a misurare il valore di una persona attraverso parametri concreti: voti, premi, attestati, risultati. Tuttavia questi riconoscimenti sono davvero sufficienti per esprimere tutta la complessità dell’esperienza dello studente? Perché è vero che il merito scolastico è costruito su numeri, medie e successi tangibili, è altrettanto vero che la scuola offre esperienze più difficili da misurare, come la passione che guida lo studio, i sacrifici quotidiani, le gioie e le frustrazioni che caratterizzano la vita scolastica. Il percorso di uno studente non è solo una serie di risultati misurabili: è fatto di momenti di crescita, di sconfitte e di piccole vittorie che, in definitiva, plasmano la persona che diventa. Eppure si tende a concentrarsi solo sui risultati e così si dimentica tutto ciò che non è immediatamente visibile o quantificabile: il valore di quel processo di crescita che, giorno dopo giorno, forma lo studente.
Un premio può essere un riconoscimento importante, ma può davvero racchiudere l’essenza di un percorso di studi? Forse, il vero valore di questi riconoscimenti non è solo nel titolo in sé, ma nella possibilità di fermarsi a riflettere sul proprio percorso, su quanto sia stato costruito nel tempo e su ciò che ancora ci aspetta. Al di là delle medaglie e degli attestati, ciò che resta davvero è la consapevolezza di aver dato il massimo, di aver coltivato una passione e di aver imparato qualcosa che va oltre i confini di un voto.
Inoltre, quanto dipende davvero da noi il raggiungimento di certi traguardi? È innegabile che l’impegno personale abbia un peso enorme, ma esistono anche molti fattori esterni che influenzano il nostro percorso, che vanno al di là delle nostre scelte individuali. Il contesto in cui nasciamo e cresciamo, le opportunità che ci vengono offerte, il supporto che riceviamo da famiglia, insegnanti e amici: questi sono tutti elementi che contribuiscono a plasmare il nostro cammino. La fortuna, in questo senso, ha un ruolo che non possiamo ignorare pertanto come scrive Goethe, “agli stupidi non capita mai di pensare che il merito e la buona sorte sono strettamente correlati.”
Alice Falone, Vβγ