Dalla solidarietà all’azione: la storia di Robert

foto di Chiara Scopel, Pietro Centorame e Robert Chelhod durante una conferenza

Il 16 novembre 2024 nella nostra scuola si è tenuto un incontro con il dottor Robert Chelhod un uomo che da anni lavora con le ONG per dare sostegno alla popolazione Siriana. Proprio ad Aleppo, infatti, è nato Robert nel 1962. Da allora ha viaggiato molto, ma soprattutto ha avuto modo di conoscere a pieno la situazione complicata che già allora (e ancora oggi) si trovava nel suo paese natale e in quelli limitrofi. Da anni, infatti, la Siria è stata vittima di vari conflitti armati, che hanno costretto, a fine anni ‘80, la famiglia di Robert a trasferirsi in Canada. Egli è invece rimasto in Siria, svolgendo vari lavori e visitando tutto il territorio. A seguito di varie esperienze lavorative, anche in stati come l’Algeria e il Libano, nel 2012; ha scelto di non essere più un testimone passivo del conflitto che già da un anno stava distruggendo il suo paese. Robert ha così iniziato a collaborare con l’associazione AMU (Azioni per un Mondo Unito). Da allora, sono riusciti ad impiantare e gestire 18 progetti e 27 attività, che nelle varie città siriane, tuttora prestano aiuto a 12000 abitanti; toccando vari campi della vita di queste persone, quali la scuola, la sanità e il sostegno alle donne.

È anche grazie al lavoro di Robert e dei suoi colleghi se i giovani Siriani possono ancora nutrire la speranza di un futuro migliore per il loro paese.

Durante la conferenza, abbiamo tratto molti spunti di riflessione, anche grazie all’attiva partecipazione delle classi 5^ Betagamma, 3^ e 4^ Beta. 

L’incontro con il dottor Robert Chelhod ci ha aperto gli occhi su una realtà spesso dimenticata o raccontata solo in parte. La sua testimonianza è stata un invito concreto a guardare il mondo con uno sguardo più umano, capace di superare i confini geografici e culturali. Robert ci ha parlato non solo delle difficoltà quotidiane di chi vive in un paese in guerra, ma anche della forza della solidarietà, della speranza e della fede. Ci ha mostrato che anche nelle situazioni più drammatiche è possibile scegliere di restare, di ricostruire e di amare il prossimo.

“Ci sono stati tantissimi momenti in cui mi sono detto basta e ho pensato di lasciare tutto. Come credente, la preghiera è ciò che mi ha sempre spinto ad andare avanti, insieme all’amore e al sostegno degli altri e per gli altri. Ognuno però crede in ciò che vuole e da questo è spinto ad aiutare il prossimo.”

Chiara Scopel 5i, Pietro Centorame 4i

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