Quest’anno ricorrono quarantotto anni dalla nascita del movimento delle Madres de Plaza de Mayo. Si tratta di un gruppo di donne incredibilmente tenaci che, dal 30 aprile 1977, si incontrano ogni giovedì alle 15:30 nella piazza principale di Buenos Aires e marciano con determinazione davanti alla Casa Rosada, la sede del Governo argentino. Inizialmente, il gruppo si componeva di sole quattordici donne, ma la loro protesta, alimentata dal dolore e dalla ricerca della verità, è cresciuta rapidamente. Già dalla settimana successiva, il numero di partecipanti era salito a settanta, e il mese successivo addirittura a trecento. Un segno inequivocabile di quanto fosse forte il desiderio di giustizia e verità e l’obiettivo della loro protesta è ancora oggi lo stesso che le mosse ad agire quel giorno: cercare la verità sui propri figli, i desaparecidos, scomparsi durante la dittatura militare che ha segnato la storia dell’Argentina.
Queste donne marciano da quasi 50 anni, tuttavia io, fino a poche settimane fa, non ne sapevo nulla. Fortunatamente la scuola, come spesso accade, mi ha aperto gli occhi su questa realtà e il 3 dicembre mi ha permesso di assistere, insieme alla mia classe (Vβγ), a uno spettacolo teatrale incentrato sull’argomento. La rappresentazione, dallo stile contemporaneo, ha sottolineato, in italiano e in spagnolo, la determinazione e la forza di queste donne, che continuano a marciare nonostante gli anni passati. Infatti, oggi lottano ancora molte di quelle donne che iniziarono a marciare nel 1977 e tante sono diventate nonne alla ricerca, non solo dei loro figli desaparecidos, ma anche dei nipoti sottratti loro durante il regime. Pertanto oggi si parla non solo di Madres de Plaza de Mayo ma anche di Abuelas de Plaza de Mayo, donne che sono diventate un emblema di resistenza e speranza.
Alla luce di questa riflessione, credo che la loro storia debba essere una lezione universale per tutti noi: la loro resistenza dimostra che la lotta per la verità, la giustizia e la memoria storica non ha confini e che la determinazione di pochi può, nel tempo, cambiare il corso della storia. La loro richiesta, ancora oggi scritta sui cartelloni che ogni settimana portano in piazza, è chiara e indiscutibile: “Que aparezcan con vida los detenidos desaparecidos”.
ALICE FALONE, Vβγ





